Gli alimenti light sono leggeri e fanno dimagrire. Sarà vero?
Light, leggero, senza zucchero, 30% di grassi in meno, sono solo alcune delle diciture che leggiamo sulle confezioni di molti prodotti alimentari. Ma queste indicazioni non corrispondono sempre alla realtà. I prodotti light sono alimenti tradizionali con una variazione nella loro composizione per ridurne le calorie e diversamente dai prodotti dietetici, che per lo più si rivolgono a consumatori con problemi di salute particolari, hanno soprattutto come obiettivo, l’esigenza di far perdere o mantenere il peso. L’Unione Europea, dal 1° luglio scorso, ha definito come alimento light, un prodotto il cui valore energetico è ridotto di 1/3 rispetto ad uno equivalente “normale”; in altri termini con il 30% di calorie in meno. La loro variazione nella composizione chimica avviene riducendo il contenuto di zucchero o di grassi. Gli zuccheri vengono sostituiti da dolcificanti chimici privi quasi completamente di valore calorico come il ciclamato, la saccarina, l’aspartame o altri. Per diminuire il contenuto di grassi, invece, si utilizzano miscele con più acqua, come margarina semigrassa costituita per il 40-60% da grasso vegetale e per il 60-40% da acqua o surrogati del grasso con gusto cremoso. In questo modo si può ridurre l'impiego di grasso in alimenti come salse, condimenti, creme da spalmare, dessert a base di latte, gelati, maionese, formaggio ecc. Nonostante questo risparmio oggettivo in termini di calorie, ci sono alcuni fattori da considerare. In primo luogo il prezzo degli alimenti light è quasi sempre superiore del
10-30% in più rispetto al prodotto classico analogo. Costo aggiuntivo che viene giustificato da una maggiore lavorazione rispetto ad un prodotto normale, nonostante gli ingredienti dei light costino meno. Basti pensare al costo dell’acqua rispetto a quello dell’olio o più semplicemente il latte scremato rispetto a quello intero. Altro aspetto fondamentale è che per mantenere le qualità organolettiche del prodotto light e farlo assomigliare a quello “normale”, bisogna aggiungere additivi come aromatizzanti, emulsionanti, gelificanti, dolcificanti e infine conservanti come ad esempio il sale, in particolare quando è aggiunta acqua, che rende i prodotti alimentari più facilmente deteriorabili. A differenza del sale, del quale oramai sono risaputi gli effetti di un suo abuso, non tutti sanno, che gli edulcoranti possono alterare i sapori e diminuire la percezione del dolce, inducendo a consumare alimenti sempre più “dolcificati”. È stato provato che il loro uso eccessivo può provocare vari disturbi. Altro fattore da considerare è che gli edulcoranti, anche se acalorici, a causa del loro gusto dolce, stimolano la produzione d’insulina da parte del pancreas, aumentando così l’appetito. Inoltre, gli alimenti light, inducono a mangiare di più, anche per il maggior contenuto d’acqua, che saziando meno può spingere ad un maggior consumo. È importante sottolineare che credendo di assumere meno calorie, il consumatore è facilmente indotto a mangiare porzioni più abbondanti. Il più delle volte il termine “Light” è solo un’illusione del consumatore, che leggendo “leggero” pensa che corrisponda a “più digeribile”, “più sano” o addirittura che basti consumarlo per perdere peso. Infatti, nonostante il consumo dei prodotti light, lanciati sul mercato negli anni '80, sia in continua crescita (aumenta dell'8% all'anno) al loro uso non è stato associato nessun beneficio in termine di salute. Tant’è vero che negli USA, pur esistendo in commercio più di 5000 alimenti alleggeriti, non hanno risolto neppure lontanamente il problema dell'obesità, anzi questo si è accentuato, dato che pensando di consumare meno calorie, chi ne fa uso, aumenta a dismisura le dosi. Il consiglio quindi è quello di usare con moderazione questi alimenti, controllando sempre le etichette, per vedere cosa è aggiunto, ma ormai è accertato che la scelta migliore per godere di un buono stato di salute è seguire una dieta sana, varia ed equilibrata, oltre che praticare regolare attività fisica.